“VENTO DEL SUD” SHARA si racconta

By SILVIA POZZI

Abbiamo avuto il piacere di incontrare la cantautrice campana Shara che proprio con Vento del sud è parte di un progetto molto ambizioso, il TERRONIAN PROJECT, teso a valorizzare e a promuovere le eccellenze delle terre del Sud Italia, luoghi ricchi di storia, arte, tradizioni, cultura e buon cibo, spesso tenuti nell’ombra.

Shara_1Parlaci e raccontaci di questo nuovo progetto? E’ un progetto nato nel 2011 che vuole dar voce al Sud, raccontandolo attraverso la musica che mi vive dentro. Il sud è davvero magico e volevo far sentire a tutti quelli che non conoscono questi luoghi meravigliosi qual è la musica che questi posti inspirano all’anima e cosa devono vedere i loro occhi quando guardano il mio Sud. Ho cercato di raccontare questa terra non soltanto attraverso le sonorità, ma anche con le immagini dei luoghi dove l’essenza del mito e della leggenda vivono e si sentono ancora in maniera molto forte.

Da dove nascono i testi? Le tematiche solo rivolte al territorio, sono dei brani che comprendono un messaggio di amore universale, da soli non si va da nessuna parte, il coraggio e la volontà sono la base su cui costruire tutto e per me l’intento è di unire le persone e di poter dar vita ad un cambiamento…o almeno provarci. L’unione fa la forza e la musica è un veicolo veloce che permette di far arrivare il messaggio più facilmente.

Il sud che racconti è reale oppure è quello che vorresti? Sicuramente è un sud che si potrebbe vivere, ci sono tutte le potenzialità e le prospettive anche se a volte sono tenute in ombra. Ci sono le problematiche ambientali, la criminalità ma con il supporto delle istituzioni si può migliorare. Vorrei viverlo come lo descrivo nelle mie canzoni.

Affronti temi e attuali e di forte sensibilità, tra le canzoni quale ti emoziona di più? Sono legata a tutte le canzoni, sicuramente l’emozione più forte è INFINITO SEI, un brano dedicato a mio padre.

Cosa pensi dei talent? Penso che non aiutino la musica, un’artista deve farsi le ossa, deve studiare sia dal punto di vista personale che professionale.

Che consigli daresti a chi vuole avvicinarsi alla musica? Per mia esperienza dico di NON MOLLARE MAI, la forza sta nella fede, nell’amore e nella passione che abbiamo e che mettiamo in quello che facciamo. Cerchiamo di affermare quello che abbiamo, la soluzione di un periodo difficile sta proprio dietro l’ultima porta che pensavamo di non poter aprire.

Progetti futuri? Prenderò parte quest’estate a varie manifestazioni, stabiliremo le date effettive per il tour in questi giorni e potrete vederle nelle mie pagine social.

Oltre alla musica mi piace anche dipingere, stare dietro la macchina da presa, cerco di seguire passo passo la musica che non si ferma solo alle sette note ma può essere comunicata anche attraverso le immagini.

Questa la tracklist di “VENTO DEL SUD” (distribuzione digitale Bit & Sound Music):

“Giorno” Questo brano parla della possibilità di cambiare le nostre giornate, cambiare il destino di una terra problematica sulla quale il sole tornerà a splendere.

“Il Bacio del Risveglio” racconta di una città che è stata avvelenata da sostanze tossiche mentre le sue strade erano destinate a far sognare. Dovrebbe risvegliare il nostro omertoso silenzio attraverso il bacio di un angelo che ci guarda dall’alto.

“Vento del Sud” affronta le distanze che solitamente dividono le persone, ma quando si guarda oltre quei confini si può trovare l’unità, basta lasciarsi abbandonare al vento del sud con la musica della nostra anima.

“Infinito Sei” brano intenso di sentimenti, scritto subito dopo la morte del padre. Un uomo che amava la sua terra, la Basilicata e cha ha ispirato le immagini del videoclip, girato nei boschi del paese. Ci saranno spunti fantasy e tra qualche settimana finalmente potrete vederlo.

“Guardastelle” una cover omaggio ad un grande cantautore del Meridione italiano, Bungaro.

“Dia” è la versione spagnola di Giorno.

Fonte
http://www.blogmusic.it/recensioni/1161/

Intervista con Shara – Sport Vicenza Magazine

E’ uscito “VENTO DEL SUD”, il nuovo singolo della cantautrice campana SHARA e primo estratto dall’album “Vento del Sud”. Il disco, disponibile in digital download e sulle principali piattaforme streaming, segna il ritorno in Italia di Shara ed è stato interamente scritto e composto dall’artista stessa. Ecco l’intervista gentilmente concessa…

Il tuo nuovo singolo, “Vento del Sud”, fa parte di un ampio progetto artistico. Ce lo puoi illustrare?
“Vento del Sud” è un EP di 6 canzoni da me interamente scritto e composto, a parte la cover di Guardastelle del cantautore Bungaro, dove ho voluto risaltare e mettere in luce le molteplici eccellenze presenti nelle terre del Sud Italia, luoghi ricchi di storia, arte, tradizioni, cultura ed ovviamente buon cibo. Vento del Sud è parte di un ampio ed ambizioso progetto che ho concepito verso la fine del 2011, il Terronian Project, il quale aspira a valorizzare e promuovere i territori del Sud che sono spesso tenuti nell’ombra. Le registrazioni di Vento del Sud hanno avuto inizio nel Settembre del 2013 e sono terminate ad Agosto 2015. Gli arrangiamenti sono stati realizzati dal musicista e arrangiatore Pasquale Faggiano. Tra i musicisti che hanno suonato nelle canzoni ci tengo a ricordare alcuni nomi noti del panorama musicale italiano come il chitarrista Carlo Fimiani, il bassista Aldo Vigorito, il batterista Vittorio Riva, il bassista ed arrangiatore Gigi De Rienzo, il violinista Gennaro Desideri ed altri ancora. Per mantenere una linea di coerenza con l’intero progetto ho voluto che tutti i musicisti fossero di origine meridionale. L’unica eccezione che mi sono concessa è stata per il brano “Infinito sei” in cui la sessione orchestrale è stata interamente registrata alla Magyar Radio di Budapest con la Budapest Scoring Symphonic Orchestra.

C’è un filo comune che lega le canzoni del nuovo album?
E’ una mia caratteristica quella di creare un filo comune tra le canzoni, così come nella mia precedente produzione anche in quest’ultimo EP ho voluto mantenere questa linea.

Quanto conta la tradizione e quanto l’attualità, nelle canzoni del disco?
Tradizione ed attualità sono due elementi che si contrappongono, ma nelle canzoni contenute in “Vento del Sud” ho cercato un giusto compromesso per poter tenere il tutto in perfetto equilibrio. Mi è sempre piaciuto giocare con gli opposti, forse sarà l’influenza del mio segno zodiacale… i Gemelli! Questa caratteristica è presente anche nei video che ho realizzato per alcuni brani contenuti nell’EP, in essi ho voluto miscelare abiti, elementi e luoghi carichi di storia e tradizione con alcuni concetti ed outfit dei tempi attuali. Le immagini così come le sonorità mi aiutano a comunicare il mondo artistico che mi vive dentro, un luogo dove il presente ed il passato hanno sempre un punto d’incontro.

La musica pensi sia uno dei modi migliori per unire i popoli?
Assolutamente sì. Credo che questa sia anche la missione più importante affidata alla musica.

Da alcuni anni si parla di crisi del settore discografico… Pensi sia una crisi causata dal crollo delle vendite di dischi o anche che vi sia una carenza di cose nuove da proporre da parte dei vari artisti?
Credo che la musica di oggi sia lo specchio dei tempi che stiamo vivendo. Dato che essi ci manifestano una scarsità di contenuti dovuti anche al crollo di valori e modelli a cui poter fare riferimento sicuramente anche la musica ne sta risentendo. Nel mondo discografico si sente la mancanza di cose nuove ed interessanti proprio a causa di questa forte carenza culturale (in senso globale) che si sta ovviamente ripercuotendo su tutti i settori. Per questo motivo penso sia importante recuperare l’essenza delle nostre radici e delle nostre tradizioni per donare nuovamente valore alle cose, ai rapporti ed ottenere così la spinta giusta per riattivare l’intera economia che in pochi anni è calata a livelli disastrosi.

Tra le cose scaturite negli ultimi anni… c’è il senso di precarietà. E’ una cosa che riguarda anche chi, come te, lavora in ambito artistico?
Sì certamente, anzi, per chi lavora in questo ambito la precarietà è uno stato di cose con cui si è sempre costretti a convivere. E’ una condizione con cui non è che abbia gran piacere di andarci a braccetto, ma credo essa rappresenti una delle migliori sfide con cui un uomo possa misurare sé stesso in quanto attraverso le incertezze della vita si può spesso comprendere il vero valore dell’esistenza.

Oggi quali pensi siano le qualità che deve avere un giovane cantante/musicista, per farsi strada nel mondo delle sette note?
Di sicuro la personalità, la determinazione ed il coraggio. Alla base di tutto ci deve ovviamente essere il talento ed un forte spirito di sacrificio. Poi essenzialmente bisogna avere qualcosa da dire.

Per te, è stato difficile trovare chi credesse nelle tue qualità canore?
Più che in quelle canore nel progetto che portavo avanti. Il mio primo album è stato interamente scritto in lingua inglese e la cosa ha pregiudicato molto la possibilità di trovare qualcuno che potesse aprirmi una porta. Oggi canto in italiano ed il progetto che sto promozionando adesso sta suscitando molta curiosità sia per la tematica che tratta che per la veste che ho voluto dargli. Per un cantautore è però fondamentale riuscire a trovare lungo il percorso quella figura determinante che creda soprattutto nel messaggio che le sue canzoni vogliono trasmettere.

In molti artisti, il viaggio è fonte di ispirazione. Succede anche a te? 
Sì. I viaggi per me sono una vera risorsa per le mie composizioni. Ogni luogo ha i suoi suoni e le sue note, a volte certi posti sento che addirittura mi richiamano quando sono presa da un determinato “mood”. Mentre ero in viaggio mi sono ritrovata diverse volte anche a scrivere delle melodie ascoltando il rumore del treno, è come se tutte le cose mi parlassero quando divengo una cosa sola con loro.

Pensi sia vero che nella musica “tutto è già stato fatto e detto”?
Qualche tempo fa un noto personaggio della discografia mi disse proprio questo: “Nella musica è già stato detto tutto, ma la cosa che ti contraddistingue è il modo in cui lo fai.” Per me quello fu un gran complimento perché in quel momento compresi che chi avevo davanti aveva capito il mio mondo. Prima di me c’era già stato chi a grandi livelli aveva trattato certe tematiche, in quel momento della mia esistenza aver avuto un riconoscimento da parte di chi lavorava ad alti livelli della discografia per me significò molto, soprattutto quando mi fu spiegato che il modo in cui avevo realizzato quei brani era tipico di chi vive la vita proiettato costantemente in un’ottica artistica.

Preferisci il lavoro in studio o l’esibizione “live”?
Il lavoro in studio e l’esibizione live sono due momenti diversi, ma molto importanti per la creatività di un artista. Amo il lavoro di studio perché ti fa focalizzare su alcuni dettagli salienti durante la fase di realizzazione di un brano, ma di certo l’esibizione live è capace di creare quel particolare “stato d’arte”, la magica alchimia, che solo attraverso la sinergia ed il contatto col pubblico si può manifestare.

Cos’hai provato la prima volta che sei salita su un palco per cantare?
Oddio ero piccola, ricordo solo che tutta quella gente che mi stava davanti mi aveva quasi fatto impietrire la voce, poi riuscii a trovare coraggio stringendo le mani dei ragazzini che erano accanto a me ed intonai la mia parte che era quella di solista. Dopo poco mi ritrovai a trascinare tutti dietro quel canto mentre la paura si era dissolta da sé nel coinvolgimento della musica.

Dal punto di vista sociale ed umano, cosa può fare una canzone?
Di sicuro rendere tutti una cosa sola… ognuno con la sua nota parte di un’unica infinita armonia.

Andrea Turetta

Fonte
http://www.sportvicenza.com/index.php/2011-11-09-12-16-02/interviste/12128-intervista-con-shara.html#

Vento del Sud: Megamusic intervista Shara

Vento del Sud è il nuovo progetto discografico di Shara, artista di origini partenopee, che ha interamente scritto e composto questo Ep.  “Vento del Sud” è parte di un progetto molto ambizioso a cui Shara ha dato vita a fine 2011, il Terronian Project, teso a valorizzare e a promuovere le eccellenze delle terre del Sud Italia, luoghi ricchi di storia, arte, tradizioni, cultura e buon cibo, spesso tenuti nell’ombra. L’artista napoletana  inizia a cantare all’età di 12 anni. Una tappa importante della sua carriera è l’incontro con Alfredo Petroli, già produttore di Alexia, per il quale incide una cover rivisitata in chiave dance del brano “Like a virgin” di Madonna. Nel 2000 inizia la collaborazione con il musicista e produttore Luca Stendardo con il quale Shara dà vita al suo progetto musicale fatto di fusione tra pop, rock e musica etnica. Nel 2005 pubblica il suo primo album “Pranava Rainbow”. Due anni dopo si trasferisce a Londra dove coglie  l’occasione di collaborare con alcuni artisti e dj inglesi e dove entra a far parte del cast dello storico musical “We Will Rock You”, scritto dai Queen e Ben Elton. Poi arriverà il Terronian Project e Vento del Sud.

“Parlare delle mie radici è stato per me un voler dare voce al Sud raccontandolo attraverso la musica che mi vive dentro – racconta Shara  – Le immagini collegate a questo progetto e i luoghi scelti come sfondo dei miei videoclip sono esattamente ciò che i miei occhi vedono quando guardo questa terra. Volevo far sentire a tutti quelli che non conoscono questi luoghi magici e meravigliosi qual è la musica che questi posti inspirano all’anima e cosa devono vedere i loro occhi quando guardano il mio Sud”.

Shara, il Terronian Project è al centro della tua crescita artistica, come è nato?

Il Terronian Project è nato alla fine del 2011 e abbiamo subito realizzato il  Terronian Festival. Un evento che permette di premiare le eccellenze del Sud Italia di diversi settori. In queste occasioni ho scritto diversi brani, che poi sono stati inseriti nell’Ep. Esaltare le eccellenze della musica è di fondamentale importanza. Questo progetto mira poi alla valorizzazione del territorio. L’unico pezzo d’amore che mi sono concessa è la cover di Guardastelle del grande Bungaro

A proposito di Bungaro, come mai hai scelto questo artista?

Bungaro tocca delle corde profonde, lo sento come poeta, è ancora capace di portare l’anima in quello che scrive e compone. Penso che sia importante non snaturarsi. E quindi ho voluto fare un omaggio ad un grande artista del sud.


Sanremo 2016, chi ti ha impressionato particolarmente?

Sicuramente la Michielin.

E artisti del Sud come Clementino e Rocco Hunt?

Ogni artista ha le sue caratteristiche. L’importante che colga l’aspetto essenziale della propria regione, parlando di territori e porti all’estero il fenomeno vincente del nostro Paese. 

L’esperienza a Londra quanto è stata importante per te?

Londra mi ha formato tantissimo, molte esperienze significative, ho lavorato per diverse realtà. E poi il teatro con We will rock you. Sette mesi intensi con questo musical, una tappa di una certa rilevanza per la mia carriera artistica. 

Major e etichette indipendenti. Quanto è difficile emergere in Italia?

E’ difficile, si fatica tanto. Bisognerebbe recuperare l’essenza dell’essere musicale, chiedere sempre di esprimere se stesso e non seguire tendenze.  Le major hanno la loro importanza ma l’artista deve comunque rimanere libero. 

Della copertina dell’Ep cosa puoi dirci in particolare?

Riassume gli elementi del nostro Sud come la Madonna, San Gennaro, il sangue è sinonimo dell’anima del popolo, la corona, il regno delle due sicilie e molto altro…

Antonio Tortolano

Fonte
http://www.megamusic.it/shara/

SHARA: «Napoli non è una città semplice, ma se riesci ad affermarti qui puoi farlo ovunque» – Intervista per Distopic.it

Vento del Sud” parla di radici, tradizioni, opposti e naturalmente di meridione. Ma quello di Shara è anche un album moderno, teso a valorizzare e a promuovere le eccellenze delle terre del Sud Italia, luoghi ricchi di storia, arte e cultura, spesso tenuti nell’ombra.

SHARA vento_del_sudLa prima cosa che colpisce del tuo progetto è la foto della copertina del tuo disco. Cosa vuole rappresentare?

«Con quell’immagine ho voluto racchiudere tutto un concetto, è uno scatto in cui ho cercato di riassumere l’essenza del Sud mettendo insieme degli elementi che caratterizzano questa terra. La corona è simbolo di regalità, quindi, è un chiaro riferimento al Regno delle Due Sicilie, il mantello blu è un voluto accostamento alla Madonna che insieme al reliquiario che ho tra le mani, ispirato all’ampolla contenente il sangue di San Gennaro, rappresentano il sentimento religioso che è fortemente radicato a Sud. Gli elementi in oro sono inoltre un’allusione alla nutrita presenza di arte nei territori meridionali».

Arrivi da una città particolarissima come Napoli. Cosa c’è di Napoli in questo album?

«Vivere a Napoli significa avere a che fare ogni giorno con tante realtà diverse tra loro, “tante anime” che cercano di affermare la propria verità nella lotta tra il lecito e l’illegalità, l’originale ed il falso, il genuino e il tossico. Napoli non è una città semplice, ma se riesci ad affermarti qui puoi farlo ovunque. La mia città vive da sempre il perenne senso di precarietà ed è forse questo il motivo per cui i partenopei vivono nella costante attesa di quel “miracolo” che possa cambiare le loro sorti. A Napoli si sente in maniera molto amplificata la lotta tra il bene ed il male insieme a tutto lo stato di cose errate che attraversa l’intera nazione. Qui perdi quando ti pieghi ad un sistema, ma sei vincente e dimostri di essere abile se in mezzo alle tante cose che non vanno riesci a vivere senza aver dovuto cedere ad un compromesso o aver modificato il tuo modo di essere. Eppure Napoli non è solo questo, se hai la capacità di non soffermarti soltanto su certi aspetti ed inizi a cogliere quelli positivi lei diventa ai tuoi occhi la città più bella in assoluto. E’ esattamente così che l’ho descritta ne “Il bacio del risveglio”, il brano che Napoli mi ha ispirato in cui racconto il bisogno di unirsi, di stringersi la mano per poter cambiare le cose. Posso senz’altro affermare che l’essere cresciuta in una città come questa mi ha aiutato a capire in che modo si deve trovare l’equilibrio tra gli opposti e che si può essere liberi anche quando all’apparenza tutto lì fuori può sembrare già stato stabilito».

In un’intervista hai detto: “Il Sud e il Nord non devono essere considerati come due cose differenti”. In quest’ottica cosa può fare la musica secondo te?

«Se fatta con l’anima giusta la musica può fare tanto. Essa è condivisione e se il messaggio che porta è diretto ad unire le persone può sicuramente indurre chi ascolta a riflettere sul contenuto di una canzone e poter così instillare un atteggiamento di apertura e positività verso il prossimo».

Visto dagli occhi di una donna, com’è l’ambiente della musica? E’ più difficile farsi strada? 

«Il destino di una donna, soprattutto se intelligente, è sempre più difficile rispetto a quello di un uomo. E’ così non soltanto nel campo della musica, ma credo fermamente che lo sia in tutti i settori. Oggi che tutto è divenuto molto più complesso rispetto al passato, muoversi nel mondo della musica per una donna è spesso frustrante. A volte ti trovi in circostanze per nulla facili, per questo è di uso comune pensare che chi ce l’ha fatta abbia pagato il prezzo di un compromesso».

Ti è mai capitato di trovarti davanti a richieste ambigue?

«Ricordo la prima volta in cui mi fu fatta una richiesta di “scambio merci” in termini a dir poco espliciti alla quale risposi con molto sdegno con un: “Io la dogana non la pago”. Presi i miei spartiti ed andai via dallo studio in cui mi trovavo. Chi avevo davanti non era abituato ai “no”, eppure dopo alcune ore mi chiamò per scusarsi, ma io avevo capito che mancavano del tutto i presupposti per avviare una collaborazione con una persona simile. Credo che alla lunga sia sempre il talento, supportato da una buona dose di intelligenza, ad avere la meglio su certi personaggi e ad aprirti la strada».

Si fa musica perché, Shara? Per i soldi, per il successo, per ritrovare se stessi nell’applauso degli altri?

«Si fa musica per essere se stessi e per comunicare a chi ascolta che c’è un altro punto di vista differente dal proprio. Si fa musica essenzialmente per conoscere meglio sé stessi e gli altri, per fare aggregazione e per veicolare un importante messaggio: “Insieme le cose possiamo cambiarle”».

Fonte
http://www.distopic.it/shara-intervista2016/

“Vento del Sud”: intervista esclusiva alla cantante Shara

Del suo nuovo album, Vento del Sud, ve ne avevamo parlato qui

Stiamo parlando di Shara, la cantautrice napoletana che proprio con Vento del Sud è parte di un progetto molto ambizioso, iniziato sul finire del 2011, “il Terronian Project”, teso a valorizzare e a promuovere i territori del sud che sono spesso tenuti nell’ombra.

A tal proposito, abbiamo intervistato quest’originale artista di origine partenopee.

Le influenze che hanno portato alla nascita di “Vento del Sud”?

Di certo un gran desiderio di comunicare a tutti coloro che non conoscono il Sud, come lo conosciamo noi che lo viviamo da sempre, come esso sia un antico gioiello prezioso nascosto che bisogna assolutamente riportare in luce. Tante le potenzialità e le eccellenze presenti in questa terra meravigliosa ricca di storia, tradizioni, arte, buon cibo, paesaggi mozzafiato e luoghi straordinari da visitare che dobbiamo a tutti i costi valorizzare a tutela del nostro Made in Italy così decantato nel mondo intero.

Noi siamo la nostra memoria e nel tuo album parli di radici, di legami. Sono i tuoi punti cardine per comporre sonorità musicali?

Sì certamente. Credo che ogni anima creativa attinga ispirazioni principalmente dal proprio vissuto, quindi per me luoghi, emozioni e ricordi sono lo spazio alchemico in cui mi rifugio per poter rielaborare le mie esperienze alla luce di un mondo più fantastico, quel regno dell’anima dove prendono vita i miei brani.

Il sud che narri è reale ed onirico. Qual è secondo te la vera magia della tua terra?

Il Sud è davvero magico, ogni regione ha le proprie caratteristiche credenze popolari e le proprie tradizioni locali, con le sue storie collegate a luoghi e personaggi leggendari che hanno favorito la nascita dei vari miti presenti in queste terre del Meridione italiano. Gran parte della mia infanzia l’ho trascorsa in Lucania, una terra dove la linea che divide il sacro dal profano è quasi impercettibile. Lo stesso posso dire di Napoli, la città in cui vivo, nota nel mondo per il suo essere paradossalmente “sacra e profana” allo stesso tempo. Un popolo, quello napoletano, il cui spirito si perde nella notte dei tempi tra racconti tramandati di padre in figlio, miracoli, ritualità e forte sentimento religioso. Credo che la magia del Sud sia tutta rinchiusa nell’alternarsi del sacro col profano, nei rituali scaramantici e nelle credenze pagane che si intrecciano con le tradizioni religiose. E questa magia ho voluto riportarla anche in questo mio ultimo progetto discografico dove ho cercato di raccontare questa terra non soltanto attraverso le sonorità, ma anche con le immagini dei luoghi dove l’essenza del mito e della leggenda vivono e si sentono ancora in maniera molto forte.

Un consiglio a chi vorrebbe calcare le tue orme?

Il mio motto è: “Nulla è impossibile a colui che ha fede”. Tenere sempre duro e non gettare mai la spugna davanti a degli ostacoli che possono apparire insormontabili è importante quando si è proiettati verso un obiettivo. Se si sceglie di percorrere la strada dell’arte e, quindi, quella musicale bisogna essere consapevoli che si dovranno affrontare momenti anche molto critici dove la passione e l’amore per ciò che si fa saranno messi a dura prova, ma la determinazione ed il pensiero positivo favoriscono senz’altro il percorso e spesso la soluzione di un periodo difficile sta proprio dietro l’ultima porta che pensavamo di non poter aprire.

Progetti futuri?

Potrà sembrare strano, eppure sto già scrivendo dei brani per un nuovo album che prende sì spunto da alcuni elementi contenuti in questo EP Vento del Sud, ma guarda oltre gli orizzonti della nostra bella Italia.

Silvia Casini

Fonte
http://www.chedonna.it/2016/03/11/musica-intervista-esclusiva-shara/

“VENTO DEL SUD”: il meridione cantato da Shara – intervista

 

DI ENRICA IACONO

“Credo che ognuno dovrebbe parlare bene delle proprie radici perché il popolo è formato dalle varie regioni. Il sud e il nord non devono essere considerati come due cose differenti”. È così che inizia la nostra intervista a Shara, giovane cantante napoletana molto attenta alle problematiche sociali della sua città e del meridione.

Nel 2011 Shara dà il via a un progetto molto ambizioso, il Terronian Project, un nome che, in fondo, potrebbe creare degli equivoci e potrebbe far storcere il naso sia alla gente del Nord che a quella del Sud. Shara lo sa bene ma, come ci ha spiegato, “a Napoli e in generale nel meridione siamo tutti abbastanza autoironici quindi con questo titolo ho voluto fissare un punto sull’ironia che ognuno di noi dovrebbe avere per parlare anche delle cose importanti. L’idea è nata nel 2011 perché a seguito del mio rientro da Londra ho pensato che dovessi fare qualcosa per il mio territorio ed essendo di Napoli ho pensato che portare avanti il Made in Italy attraverso la valorizzazione delle eccellenze che abbiamo al sud era un obiettivo importante anche nell’ambito nazionale”.

La prima iniziativa del Terronian Project è stato il Terronian Festival, un evento che ha visto protagonisti idee, personaggi e prodotti del meridione che saranno chiamati “Eccellenze del Sud”. Colonna sonora di questo festival è stata il brano “Vento del Sud”, canzone scritta direttamente da Shara per essere presentata al Festival: “Vento del Sud nasce perché ho voluto riportare in musica tutto il percorso che abbiamo fatto in questi quattro anni attraverso il Terronian Project. Per il festival ho scritto anche la canzone “Giorno” che è stata interpretata durante l’evento in versione corale con diversi artisti. Per l’ep l’ho cantato interamente con la mia voce finendo con una parte rep. Ho registrato la canzone anche nella versione spagnola con il titolo Dia. È stata una sfida perché lo spagnolo mi piace ma è lontano da me perché ho sempre cantato in inglese. Ho tradotto il brano e sono stata aiutata per la traduzione. Pensavo in qualcosa di più difficile ma non lo è stato. Non conoscendo la lingua dovevo capire come mettere i suoni giusti ma avendo l’orecchio musicale ho acquisito facilmente la pronuncia esatta. Spero che il brano possa approdare in America latina o in Spagna”.

L’idea di creare l’ep formato da 6 canzoni è nata qualche anno fa dopo la realizzazione di Vento del Sud. Prima la canzone Giorno, poi la rivisitazione del brano “Il bacio del risveglio” scritto nel 2011 che mette luce alle necessità di una città come Napoli. “Quando la canto non penso solo a Napoli ma anche ad altre città che vivono le stesse problematiche della mia. La collaborazione è importante per poter ottenere risultati e questo progetto sociale e musicale è un messaggio per unire le persone. Riunendo le forze qualcosa si può concretizzare e cambiare. Vento è sinonimo di cambiamento quindi mi auguro che questo vento possa essere favorevole per cambiare le menti delle persone perché quando il vento passa può cambiare anche molte cose”.

All’interno del disco Shara ha poi ripreso sottoforma di cover la canzone “Guardastelle” di Bungaro, un punto di riferimento per la cantante “perché per me scrivere in italiano è molto complicato venendo da una carriera in lingua inglese. Bungaro è il cantautore adatto a una persona come me, cerca di entrare nella sua anima e in quella delle persone. Stiamo subendo delle situazioni sociali non molto semplici ed è importante cercare prima di tutto un’unione. Sono tanti gli artisti a cui guardo per eventuali collaborazioni e oltre Bungaro mi piacciono molto Fiorella Mannoia ed Elisa. Il mio sogno più grande? Ne ho due. Il primo più fantasioso perché mi piacerebbe poter incidere una colonna sonora per la Disney visto vivo in un mondo fantastico; il secondo è sicuramente più realistico perché spero di poter arrivare attraverso le mie canzoni e iniziative alle persone così come sono. Un sogno si realizza quando la gente capisce davvero chi sei”.

Fonte
http://www.2duerighe.com/musica/68478-vento-del-sud-il-meridione-cantato-da-shara-intervista.html